Il Vangelo secondo Biff - Christopher Moore

Questa recensione la scrivo con delle occhiaie così pesanti che non me le farebbero neanche portare come bagaglio a mano su un aereo. Ho sonno. Ho davvero sonno da tre giorni. Certo, la ragione della mancanza di sonno mi ripaga ampiamente della veglia forzata – un gattino così piccolo che mi riferisco a lui come mini-micio e che ho chiamato, in nome delle bolle che mi sono spuntate sulle braccia subito dopo averlo raccolto, Pulce – ma se potessi dormire una notte intera senza essere svegliata da insistenti miagolii del mini-micio che mi perforano il timpano dall'altro lato della casa o dall'altro gatto che, sfrattato dal bagno per far posto a Pulce, decide che il mio viso è il luogo ottimale in cui stendersi, certo, sarei anche un po' più contenta.
Il libro che intendo recensire è 'Il Vangelo secondo Biff' di Christopher Moore, edito da Elliot Edizioni nel 2008. Prima di tutto, c'è da dire che è un'opera satirica, comica e dissacrante. In secondo luogo, nonostante si narri della vita di Gesù e quindi tutti abbiamo ben presente come vada a finire, il punto di vista è così originale da farcelo dimenticare. Mi sono ritrovata seriamente a sperare che in qualche modo quel povero Cristo riuscisse a commuovere Pilato fino a fargli gettare via acqua e asciugamani, o che riuscisse a scendere dalla croce o a farci finire un sosia o un clone... ma dopotutto, cambia solo il punto di vista, non la storia. Anche se vi sono state fatte numerose e geniali aggiunte. In particolare, l'adolescenza di Gesù e la sua crescita. Perché Levi, detto Biff, il narratore, è l'amico d'infanzia di Gesù, il suo fedele e sarcastico compagno d'avventure da quando Gesù faceva resuscitare le lucertole infilandosele in bocca fino alla fine. E, devo dire, la fantasia di Moore nelle vicende di Gesù e Biff è davvero incredibile e dà vita a situazioni assurde ed esilaranti. È una comicità che mi ricorda un po' il Mondo Disco di Pratchett. E, da parte mia, è un Signor Complimento.
Il prologo mostra l'angelo Raziel ancora intento a disfare le valigie, quando viene interrotto all'Arcangelo Stephan che gli ordina di ridiscendere sulla Terra per risvegliare dalla morte Levi e fargli scrivere il proprio Vangelo, la sua personale versione del fatti. Raziel non ne avrebbe voglia – e, soprattutto, detesta Biff – ma visto che l'ordine gli viene impartito dall'Alto che più in Alto non si può, parte, arriva a Gerusalemme, lo fa tornare in vita e quindi gli fa dono delle lingue. Biff gli chiede quindi se il Regno è giunto e quanto tempo sia passato. Ricevuta risposta, colpisce l'angelo e lo apostrofa come 'inutile sacco di merda di cane'. In seguito, passando alla prima persona, sarà Biff a intervallare capitoli in cui racconta della sua vita insieme a Gesù, del loro imperituro e doloroso amore per Maddi, della ricerca per il modo corretto di diventare il Messia con brevi parentesi sul presente con l'angelo Raziel, nella camera di albergo che hanno affittato. Raziel, poi, è esilarante, prima fissato coi supereroi e poi con le soap-opera, un perfetto teledipendente con le ali.
'Il Vangelo secondo Biff' ha il pregio di mostrare un lato di Gesù poco conosciuto e raramente ricordato. Dopotutto, pare che Gesù non avesse ricevuto molte istruzioni dall'Alto, quindi che cos'era prima di diventare il Salvatore, se non un ragazzo incerto sul proprio destino e terrorizzato all'idea di sbagliare e deludere le aspettative della madre? Nessuno degli altri Vangeli può dircelo, perché dall'infanzia ai trent'anni al suo fianco c'era solo Biff, tanto fedele da seguirlo in capo al mondo affidandosi ciecamente alla sua parola. L'amicizia che lega Gesù e Biff è commovente, soprattutto se consideriamo che Biff non è esattamente uno stinco di Santo... eppure è lì, sempre al fianco del Salvatore e pronto a difendere e perorare la sua mistica causa.
I personaggi. Perlopiù sono dipinti in modo credibile, anche se a volte un po' superficiale. Sicuramente sono tutti molto umani, con le loro imperfezioni e le loro brutture, le loro incertezze. Fatta eccezione per i personaggi principali, non c'è un'analisi psicologica molto approfondita, ma dopotutto è un libro scritto in prima persona e noi sappiamo solo quello che Biff sa o quello che gli basta sapere.
Lo stile è scorrevolissimo, divertente e leggero, fluido. Scritto molto bene e, secondo me, tradotto benissimo. Biff è un personaggio magistralmente sarcastico e cinico, il perfetto contrario di Gesù ed è esilarante il modo in cui vengono reinterpretate alcune situazioni.
La copertina... beh, devo dire che mi piace ma non è proprio comprensibilissima. C'è quello che suppongo sia un agnello su quello che immagino possa essere... beh, un albero? Un bastone con delle nuvole attorno?, il tutto contornato da disegni astrattiformi e in cui io vedo viscere, pioggia, arcobaleni... ecco, secondo me funziona, ma non chiedetemi che cosa rappresenti esattamente.
Comunque, Moore ha trovato in me una nuova, soddisfattissima fan. E ora vado dalla Pulce, che sta ricominciando a miagolare.