Epica cronaca dell'ultimo acquisto


Quest'oggi non ho molto da dire, fatta eccezione per una sgridata a me stessa per la mancanza di forza di volontà di cui faccio mostra quando si tratta di libri. Un paio di ore fa veleggiavo per blog e incontro una recensione assai interessante su un libro che pareva essere ancora più interessante. Con un titolo che mi avrebbe lasciata indifferente e una copertina che mi avrebbe fatto storcere il naso e una trama non originalissima, ma con alcuni elementi – a quanto diceva la recensione – che avrebbero sicuramente fatto di me una lettrice felice e divertita. Ambientazione post-apocalittica, violenza e humor, spacciato per porno-vampirico per accalappiare cultori e cultrici. Ora, non vorrei apparire pignola, ma i lettori che guadagni con questo trucchetto superano quelli che perdi? Perché la trama di per sé mi avrebbe fatto arraffare il volume immediatamente, copertina e titolo mi avrebbero fatta fuggire. Non che io abbia nulla contro i libri sui vampiri, anzi, sono una fedele appassionata. O almeno, lo sono stata. Lo sono ancora, in parte, ma bisogna tristemente prendere atto del fatto che, sfruttando la moda del momento e cercando di fare più soldi possibile prima che la bolla Twilight scoppi – termine che ho coniato in questo momento e di cui sono abbastanza soddisfatta – gli editori tendono a tradurre e pubblicare qualsiasi schifezza che contenga vampiri, non morti, licantropi ed errori di battitura. Ultimamente quando mi avvicino alla sezione urban-fantasy/horror mi sento imbarazzata come se stessi sbirciando la sezione porno di una videoteca. Credo che un giorno di questi farò un post per lamentarmene, ma tant'è, per stasera niente.
Comunque, il libro che intendevo comprare costava, secondo il recensore, poco più di sei euro: occasione ghiotta e, nonostante la pioggia torrenziale, avevo voglia di fare una passeggiata. Inzuppandomi fino alle ossa, arrivo alla Feltrinelli e cerco il decantato volume. Sfortunatamente, la pioggia pare avermi sciacquato via tutto ciò che del libro ricordo, titolo, casa editrice, autore etc. ovviamente, non mi sono portata dietro neanche un foglietto per ricordarmene qualcosa. Adorando la Feltrinelli che mette sempre in filodiffusione musiche fantastiche, girello alla ricerca di qualcosa d'interessante. Dannazione a me, lo trovo.
Come ho già detto nel primo post, sono ligure. Ogni euro è per me prezioso quanto un raggio di sole intrappolato in un'anfora di cristallo fatato lavorato da un cervo magico dalle corna d'oro e il naso di parmigiano. Oltretutto, sono una studentessa disoccupata, povera di default e se voglio andare a studiare per un mese in Giappone l'anno prossimo so che dovrò mettere via tutti i centesimi che posso.
Ma come si fa a resistere ad un libro che alla prima pagina recita:

  1. E Dio disse a Mosè: ''Ecco il paese che ti ho promesso,
    ma tu non vi entrerai. Tiè.''
  2. E Mosè morì.'

Cioè, non si può resistere. Ho dato un'occhiata alla pagina seguente e alla fine mi sono decisa. Ho comprato, per la bellezza di – il mio cuore trema nel pensare ad una simile cifra spropositata – 11.50 euro 'Il lamento del prepuzio' di Shalom Auslander, edito da Guanda. Dopotutto, era un po' che non compravo un libro così, senza conoscere l'autore, senza essermelo fatto consigliare, senza mille ricerche su Anobii. Mi era capitato di sentirlo nominare, ma non mi era ancora venuto in mente di leggerlo, né di comprarlo. Mi ha letteralmente chiamata, dovevo pur rispondere.
Tornando a casa, gioiosa per l'acquisto e con l'acquolina in bocca per la lettura, ho pestato una cacca di cane enorme – non il cane, la cacca, ma considerando le dimensioni dell'organico rifiuto anche il cane non doveva essere mignon – e infilato bellamente il piede in una pozzanghera con l'altro piede. Spero vivamente che 'Il lamento del prepuzio' valga tali peripezie. Ad ogni modo, vi farò sapere :)