L'orologio di Kafka
Ho un
impiego con un misero salario di 80 corone e
otto, nove
ore di lavoro che non finiscono mai.
Divoro il
tempo libero dall'ufficio come una belva feroce.
Spero un
giorno di potermi sedere in un altro
paese e
guardare fuori dalla finestra verso campi di canna da
zucchero
oppure
cimiteri maomettani.
Non è tanto
del lavoro che mi lamento quanto
della
lentezza di questo tempo paludoso. Le ore d'ufficio
non si
possono dividere! Sento la pressione
di tutte le
otto, nove ore anche nell'ultima
mezz'ora
della giornata. È come un viaggio in treno
che dura
giorno e notte. Alla fine ci si sente
completamente
schiacciati. Non si pensa più agli sforzi
della
locomotiva o ai colli o alle pianure
attorno, ma
si dà la colpa di tutto quel che succede
al proprio
orologio. L'orologio che si continua a tenere
sul palmo
della mano. Poi lo si scuote. E lo si porta lentamente
all'orecchio,
increduli.
…
Kafka's watch
I have a job
with a tiny salary of 80 crowns, and
an infinite
eight to nine hours of work.
I devour the
time outside the office like a wild beast.
Someday I
hope to sit in a chair in another
country,
looking out the window at fields of sugarcane
or
Mohammedan cemeteries.
I don't
complain about the work so much as about
the
sluggishness of swampy time. The office hours
cannot be
divided up! I feel the pressure
of the full
eight or nine hours even in the last
half hour of
the day. It's like a train ride
lasting
night and day. In the end you're totally
crushed. You
no longer think about the straining
of the
engine, or about the hills or
flat
countryside, but ascribe all that's happening
to your
watch alone. The watch which you continually hold
in the palm
of your hand. Then shake. And bring slowly
to your ear
in disbelief.