Anniversari (da lettrice) - #BlogNotesMaggio


Lo ammetto, il tema di Blog Notes della settimana, Anniversari, un po' mi ha messa in difficoltà. Magari avrei potuto scrivere qualcosa sui vari bicentenari di Jane Austen, su Harry Potter che ha compiuto il primo ventennale dalla pubblicazione, su tutti gli anni in cui si è ripetuta la Giornata internazionale del libro, il fatto che la data - 23 aprile - sia stata scelta in quanto compleanno di un'ottima manciata di scrittori, tra cui Cervantes e Nabokov. Avrei potuto parlare di come negli ultimi anni milioni di persone abbiano preso a fare gli auguri ai loro scrittori preferiti nella data della loro nascita e in quella della loro morte, ripercorrere la storia dell'uomo in tante precise annualità.
C'è un problema. A me degli anniversari non è che interessi tantissimo. Certo, adoro i compleanni e con la mia coinquilina festeggio ogni anno la data d'inizio della nostra convivenza, ma quando si tratta di celebrazioni che vanno oltre la sfera dello strettamente personale, ecco, io lì un po' mi blocco. Negli ultimi anni è come se mi prendesse un piccolo cortocircuito, ogni volta che devo trasmettere al mio sentire privato i temi di una celebrazione collettiva, e un post su anniversari che non sento miei di certo riuscirebbe falso, forzato. Il Maggio dei Libri mica si merita un atteggiamento del genere, no?
Qui il mio dilemma su come affrontare il tema anniversari in modo che mi freghi effettivamente qualcosa di quanto sto scrivendo; passando bruscamente dal collettivo allo strettamente personale.
Questo autunno festeggerò venticinque anni da quando ho imparato a leggere. Mi rincresce non avere una data precisa per poterla ufficializzare appieno, ma so con certezza che era autunno. Avevo iniziato da poco la prima elementare, in classe ancora imparavamo le differenze tra una lettera e l'altra. Indossavo la tuta da ginnastica delle tartarughe ninja, quella porpora. Ero seduta nel bel mezzo della sala con Romeo, il gatto, acciambellato addosso. Aspettavo che mia madre terminasse di cucinare la cena, e intanto mio padre tornava dal lavoro. Aveva con sé un libro, una versione per bambini di La bella addormentata nel bosco. Ho imparato a leggere quella notte, mezza stesa su mia madre, una lettera dopo l'altra. Venticinque anni di libri, e inizio con una delle favole che mi piacciono di meno.
Vent'anni dalla domenica mattina in cui mi sono svegliata prima delle 6.00, quando il mondo ancora dormiva, e ne ho approfittato per pescare un libro dallo scaffale di mia sorella, La figlia della Luna di Margaret Mahy. Un libro che ho divorato prima ancora che finissimo di pranzare coi nonni, - metà del pasto l'ho passato a chiudermi in bagno per andare avanti con la lettura. Che maleducata.
Diciannove anni da quando ho letto Harry Potter per la prima volta, nella prima edizione Salani, regalo dei miei per il mio undicesimo compleanno.
Diciassette anni da quando ho incontrato Neil Gaiman sulla mia strada. Il libro era Coraline, un'edizione economica presa in biblioteca. Una biblioteca piccola, di paese, una sala per gli adulti e una per i ragazzi, e io ci stavo per ore, saltando dall'una all'altra. Dopo Coraline è venuto Stardust, dopo Stardust è tutto più confuso: avrò divorato senza tregua tutto il Gaiman che mi sono trovata davanti, altroché.
Sedici anni tra me e Intervista col vampiro di Anne Rice, nell'edizione pocket di mia sorella, - curiosamente era piaciuto molto più a me che a lei. Le Cronache dei vampiri hanno forgiato i miei gusti letterari per lungo tempo, facendomi apprezzare una scrittura raffinata, la bellezza di caratteri sfaccettati, la consapevolezza di come la forza d'animo possa manifestarsi in una moltitudine di modi e di come la morale sia perlopiù questione di cultura.
Nove anni tra me e Cime tempestose; non l'ho amato come ho amato i titoli cui ha aperto la strada, la sestina di Jane Austen e e i romanzi di Charlotte Bronte. Ma è con Cime tempestose che, al secondo anno di università, ho iniziato a perdermi nei classici inglesi.
Sette anni da quando ho aperto il blog, cinque da quando ho iniziato a frequentare regolarmente il Salone del Libro.
La vita del lettore è fatta di un sacco di celebrazioni collettive, di fiere del libro, compleanni e anniversari. C'è sempre una scusa per festeggiare, e c'è sempre qualcosa di buono da tirare fuori da una festa, che sia una sferzata di attenzione o un discreto approfondimento.
Ma io, nel mio piccolo, continuo a festeggiare i miei anniversari, prendendone nota anno per anno. È un percorso fatto di tappe, in cui ogni stazione porta a un bivio importante. Vorrei avere una data per tutti i libri che per me sono stati significativi; Ronja di Astrid Lindgren, Papà Goriot di Balzac, Rebecca la prima moglie di Daphne Du Maurier. E invece quelli si perdono, colpa dell'ingordigia con cui li ho divorati.
(come potrete immaginare, ci rimango malissimo quando qualcuno si dimentica di farmi gli auguri di compleanno).
Qui i link con tutti i partecipanti all'iniziativa BlogNotes, gente.