Ogni
volta che partecipo a un blog tour mi viene spontaneo iniziare
dicendo che “non partecipo spesso ai blog tour, ma”. Un po'
perché è vero, un po' perché cerco di allontanarmi dallo
stereotipo del blogger - non poi così diffuso, a ben vedere - che
pare esistere in nome del rapporto con le case editrici. Ma è anche
perché l'eccezionalità dell'evento sottintende un'ottima
motivazione, ovvero il fatto che si tratti di qualcosa a cui tengo
molto, letterariamente parlando.
In
questo caso si tratta della saga dei Cazalet di Elizabeth Jane
Howard, iniziata con Gli anni della leggerezza, di cui ho
già parlato qui e proseguita con Il tempo dell'attesa,
recensione qui. Tra tre giorni uscirà il terzo volume della
serie, Confusione, e personalmente non vedo l'ora. Trattasi in
soldoni di una lunga saga che segue le vicissitudini di una prospera
e numerosa famiglia inglese a partire dal 1937, e poi lungo gli anni
della guerra. Tocca a me – il mio turno segue quello di Athenae Noctua, di L'Officina del Libro e della Stamberga dei Lettori – cercare di spiegare in un post di che cosa parliamo
quando parliamo dei Cazalet. E se da un certo punto di vista l'amore
che ho per questa saga mi facilita il compito, dall'altro lo
ostacola, perché mi verrebbe da andare sul personale, quando il tema
richiede espressamente che io sia fredda, compunta e razionale. Non
so se riuscirò nell'impresa, ma cercherò quantomeno di fare del mio
meglio.
Tanto
per cominciare, parliamo di un'opera incentrata primariamente sui
rapporti umani; non su relazioni appassionate, lunghe o fugaci che
siano. La saga dei Cazalet non ci mostra l'idillio romantico o la
tragedia di una fiamma che si brucia dopo un intenso fulgore. Ci
parla dei rapporti tra i membri della famiglia. Tra genitori e figli,
tra fratelli, tra cugini. Ci mostra quanto questi rapporti possano
essere estremamente complessi, strane armi a doppio taglio che da un
lato offrono conforto e dall'altro sgorgano sangue. Se scegliamo di
fare eccezione per un caso limite – cui non farò cenno
direttamente, perché non è mia intenzione rovinare la lettura a chi
ancora non l'ha intrapresa – non si tratta neanche di famiglie
particolarmente disfunzionali. Si tratta di nuclei famigliari
strettamente legati tra loro, ognuno con le sue singolari magagne,
che siano lutti, gelosie, tradimenti o il pungolo continuo delle
aspettative mancate. Ma può anche essere quel calore un po' tragico
di una coppia i cui membri sono così decisi a non ferirsi a vicenda
che finiscono per farsi ancora più male, o il legame tra cugine che
si rinsalda quanto più le cose vanno male. E la cosa speciale nella
scrittura della Howard è che non tace sulle ragioni che muovono i
suoi personaggi. Le persone sono definite da ciò che fanno, è vero,
ma la Howard ci mostra nei particolari anche perché i suoi attori
decidono di muoversi in un certo modo. E questo per me è ancora più
importante.
Un
altro tema centrale nella saga dei Cazalet è il cambiamento. O
forse, essendo particolarmente marcato, anche se graduale, sarebbe
più adeguato definirlo “strappo”. Nel 1937 la famiglia Cazalet è
facoltosa, i suoi membri danno feste, si vestono con eleganza, si
riuniscono nelle proprietà dei capostipiti dove vengono serviti
celermente da una servitù che non ha poi molto da invidiare a quella
che compare nei romanzi vittoriani. Ma tra la generazione dei
genitori e quella dei figli c'è un abisso. Le aspirazioni e i sogni
dei giovani Cazalet non hanno molto a che vedere con quelle degli
adulti, e questa spaccatura si evidenzia ulteriormente dal primo al
secondo volume, quando alcuni giovani, che nel 1937 erano a malapena
adolescenti, escono di casa e si affacciano sul mondo, trovandosi
immersi in un tenore di vita modesto, che tuttavia non sembra
stupirli e amareggiarli di per sé. In questo la saga mi ha ricordato
la serie televisiva Downton Abbey; l'erosione dell'alta borghesia che
diventa ancora più facoltosa, oppure, come nella maggior parte dei
casi, si rimpicciolisce.
Non
è solo la famiglia Cazalet che cambia, ovviamente; è l'Inghilterra,
è l'Europa intera. È la Seconda Guerra Mondiale che rivoluziona il
mondo, in un modo che non tutti sono in grado di accettare.
Le
persone e ciò che li lega; l'ordine sociale che trema e poco a poco
si sfalda sotto la guerra. Eppure, c'è tanta quotidianità. I sogni
delle ragazze – non ho parlato di nessun personaggio in
particolare, ma ne ho chiacchierato nelle recensioni che ho linkato
all'inizio - e i giochi dei ragazzi; i mariti, le mogli, le amanti;
le mille facce delle persone.
È
una saga che sto amando, e vorrei essere in grado di concludere
questo post in modo degno. Non essendone capace, mi limito ad
accennare al fatto che fino al 30 di questo mese c'è lo sconto del
25% sul catalogo Fazi. Se volete cogliere un suggerimento per nulla
velato, dico.