L'avvilente vuoto del fantastico in libreria


Ebbene, invero mi sono oramai lasciata alle spalle l'orrido periodo di 'oddio non so cosa leggere' e avrei già un paio di titoli di cui chiacchierare lietamente. Però no. Oggi, dopo tanto tempo... post polemico!
Scommetto che (non) ne sentivate la mancanza.
Rubo un paio di righe alla questione per avvertirvi che sto per iniziare una catena di lettura dedicata a Gli Inganni di Locke Lamora, volta a convincere la casa editrice Nord a ripubblicare i primi due volumi della saga e a tradurre finalmente il terzo.
Campa cavallo. Intanto, dovesse mai interessarvi, la petizione che ho iniziato tempo fa la trovate qui.
Dunque, iniziamo.
L'altro giorno la Scarabocchia (Debb per gli amici) mi ha chiesto consiglio per trovare un libro da regalare a un'amica appassionata di romanzi fantasy e gotici. Di norma mi ci getto a pesce su questo tipo di ricerche. Non vedo l'ora di poter passare mezzore dopo mezzore a girovagare per scaffali a enunciare trame con fare pomposo. Ora, visto che il luogo dove abita Debb è abbastanza lontano dalla libreria in cui lavoricchio, ci siamo messe a girellare per ben altre librerie. Ne abbiamo tentate tre, una delle quali stupenda e fornitissima, una più piccola ma comunque più che dignitosa e una... beh, di catena.
Che cosa avremo mai trovato, dopo tanto girovagare? Il nulla. Poca, pochissima roba.
Mi è capitato di domandarmi, qui e altrove, come mai le case editrici pubblichino fantasy&fantastico– segno che il genere vende e funziona – per poi lasciare i titoli a languire nella quasi totale mancanza di comunicazione, condannandoli al macero. Stavolta sollevo gli editori da parte di quella responsabilità e dedico il mio sguardo basito ai librai.
Non a tutti, ma a molti.
Perché se in una città con cinque librerie, quattro hanno un reparto fantasy-fantastico che fa orrore e pietà, allora il problema dev'essere effettivamente esteso.
Non sto accusando i librai di un consapevole boicottaggio, sia ben chiaro. Magari, in qualche caso, di snobismo. Più che altro di una discreta incompetenza per quanto riguarda i generi di cui sopra.
I dati ISTAT sono abbastanza chiari: la quota più alta di lettori si riscontra tra la popolazione di 11-17 anni, con un picco tra gli 11 e i 14. Ipotizzerei che in questa giovane fascia d'età il fantastico sia tra i generi più letti. (dati presi da qui)
Denoterei anche che una considerevole fetta dei casi letterari degli ultimi anni sono effettivamente fantasy o fantastici. Harry Potter, Queste oscure materie, Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. E nonostante la promozione quasi assente, o affidata soprattutto agli autori stessi, ci sono anche casi italiani di discretissima portata, come la saga di Black Friars di Virginia De Winter e gli urban-fantasy di Luca Tarenzi e Francesco Dimitri. Ci sono anche case editrici che pubblicano quasi unicamente fantasy e fantascienza come Asengard e Gargoyle Books, che prosperano sulla continua domanda dei lettori.
Perché alla fine, chiunque abbia letto Harry Potter – e siamo in tanti – è un potenziale lettore di fantastico. Poche storie. La domanda c'è.
Eppure in libreria i titoli non arrivano finché non sono i lettori a ordinarli. Vengono centellinati, spesso abbandonati in mezzo ai libri per l'infanzia, perché coloro che dovrebbero venderli non li apprezzano, e quindi difficilmente li considerano. Lo so che qualche anno fa, in periodo post-Eragon, sono stati pubblicati decine di fantasy fuffa. Lo so. Quello che mi interessa è il presente. E in questo presente un seguace del fantastico assai difficilmente troverà direttamente sugli scaffali quello che cerca. Questo potrebbe essere, la butto lì, uno dei (tanti) problemi delle librerie. Tagliare fuori una così grande fetta di pubblico che può tranquillamente fare spese da casa... ecco, non mi sembra una scelta particolarmente oculata.
Ma dopotutto non mi pare neanche una scelta. I librai non accolgono il fantastico perché non lo conoscono.
L'unica cosa da fare è sperare che, poco a poco, magari con l'aiuto delle case editrici e a forza di ricevere richieste dai lettori, inizino a darsi un'occhiata in giro, a informarsi e, magari, a proporre.