Studio approfondito del cosiddetto 'profumo dei libri'

Si parla sempre più spesso del 'profumo dei libri'. Di solito lo si fa per spiegare come e perché si preferisca rimanere aggrappati al supporto cartaceo, altre volte lo si fa ironicamente, per perculare chi giust'appunto non riesce a leggere senza il suddetto supporto detto 'libro'. A prescindere da quello che si può pensare sul rapporto tra formato cartaceo e formato digitale – che ognuno si senta libero di leggere su quello che preferisce - il termine 'profumo dei libri' è usato in termini troppo generici e per questo inesatti. Non esiste un profumo unico e identificabile che valga per 'tutti' i libri. Al più si può parlare del profumo dei libri vecchi quando mantenuti in uno stesso luogo per un dato periodo di tempo. Possiamo identificare il profumo emanato da una stanza chiusa in cui giacciono diverse centinaia – o migliaia – di libri dai trent'anni in su. Già il profumo di una libreria moderna è diverso, e si differenzia ulteriormente da quello di una libreria dell'usato.
Per quanto mi riguarda, io sono una di quelle menti rimaste disperatamente aggrappate al supporto fisico per la lettura. Certo, adoro il mio ereader, Lucy, senza il quale non avrei potuto leggere un bel po' di libri, in quanto pubblicati solo in ebook, o la cui versione cartacea mi risultava troppo costosa. Però rimango un'amante del libro fisico o, più volgarmente, una 'sniffacarta'. Fino a che punto questo possa definirsi 'feticismo' non sta a me dirlo, ma da brava sniffacarta, mi pare opportuno sfatare il mito del cosiddetto 'profumo dei libri' attraverso un accurato, seppure molto settoriale, studio dell'odore emanato da un libro pubblicato dalle diverse case editrici.
I volumi che tanto accuratamente ho sniffato devono comunque rispondere a determinate caratteristiche, in modo che la ricerca non risulti falsata.
I libri presi in considerazione non devono assolutamente:
Essere entrati in questa casa più di un anno fa.
Essere stati acquistati in una libreria dell'usato.
Essere stati stampati più di tre anni fa.

Astoria: sniffamento effettuato su diversi volumi della serie di Agatha Raisin, stampati da Galli Thierry Stampa a Milano. Il colore delle pagine tende lievemente al crema. Profumo morbido, retrogusto di colla persistente ma non amaro. Vago sentore di album da disegno.

E/O: sniffamento effettuato su Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Amara Lakhous in edizione economica e su We Are Family di Fabio Bartolomei. Nonostante entrambi siano stampati presso Arti Grafiche La Moderna di Roma, qui si evidenziano immediatamente delle chiare differenze odorifere tra le due diverse edizioni. Mentre Scontro di civiltà aggredisce quasi le narici invadendole con uno spesso odore di carta, quasi pregno, We are family risulta più delicato, più sfumato, ma con un retrogusto più articolato. Forse per la copertina più spessa? Bisognerà indagare. Ad ogni modo, nessuno dei due rilascia un odore amaro né chimico.

Feltrinelli: sniffamento effettuato su Chiedi alla Luna di Nathan Filer, prima edizione, stampato presso Nuovo Istituto Italiano d'Arti Grafiche (BG). Colore tendente al crema ma con una punta di rosso, profumo morbido ma deciso, vago sentore ligneo, assai gradevole.

Hacca: sniffamento effettuato su Oltre le parole di Luca Giachi, stampato presso Stampa Editoriale srl ad Avellino. Questo volume si differenzia molto dagli altri già per il colore delle pagine, più bianco. Notare che si tratta interamente di carta riciclata e senza l'uso di cloro. L'odore è, in rapporto agli altri volumi sniffati, piuttosto spiazzante. Deciso, lievemente acidulo, quasi fruttato, ma dolce. Retrogusto sfumato, vagamente plasticoso. Non sgradevole, ma molto particolare.

Isbn: sniffamento effettuato su Ritratto di famiglia con superpoteri di Steven Amsterdam, stampato presso Arti Grafiche Dial (CN). Torniamo a pagine più tradizionalmente vagamente color crema chiaro, più morbide al tatto. Profumo delicato, ligneo, con una lieve punta di polvere. Molto gradevole.

Per ragioni di spazio, di tempo e di capacità olfattiva – le mie narici sembrano rifiutarsi di proseguire nel loro compito – ho deciso di dividere quest'importante ricerca in più capitoli. Nelle prossime puntate snifferò libri prodotti da case editrici dalla J alla N. Frattanto, forse è il caso che io riposi le mie stanche narici, in quanto bruciano con somma irritazione.

(Immagino sia superfluo specificare l'ovvio intento ironico dietro a questo post, nevvero?)