Ma che vi ha fatto Terry Pratchett?

Premetto che  ho sempre provato un certo affetto per la Salani. Sarà per gli Istrici, sarà per Harry Potter, sarà per Philip Pullman. L'ho sempre adorata e rispettata, dalle elementari fino alle superiori, quando vi dedicavo i miei progetti di grafica o di pianificazione pubblicitaria. Per questo ho lungamente tentennato prima di pubblicare questo post e per questo mi rimorde un po' l'anima mentre lo scrivo.
Il fatto è che... ma che cavolo mi combini, Salani? Che ti ha fatto Pratchett?
Ora, le giovani generazioni non conoscono granché Terry Pratchett. Andava forte per quella precedente alla mia e io ho potuto adorarlo grazie al riverbero della sua fama e ad amici che me l'hanno prestato.
Pratchett è un goliardico genio. Uno che se cerchi di parlarne a qualcuno che non lo conosce iniziando a spiegargli il suo universo, prima ti si chiede conferma con sguardo incredulo e poi si scoppia a ridere. Uno che scrive bene, che costruisce storie sempre diverse partendo da uno stesso mondo fondato su leggi strane e ridoline. Uno che qualche passo falso l'ha anche fatto, a inizio carriera, ma che poi è risalito egregiamente. Uno che ha vinto una caterva di premi che neanche mi prendo la briga di elencare, uno che è orgoglioso del primato di 'autore più rubato dalle biblioteche inglesi', uno che è stato votato come lo scrittore più amato in Inghilterra dopo J. K. Rowling. Uno che in tutto il mondo è best seller sempre e comunque, uber-conosciuto, che dove cammina ci vanno i fan contemplazione.
Uno che in Italia è un po' un due di picche. Un po' tralasciato, una presenza oscura in mezzo al reparto fantasy, strizzato tra un autore e l'altro.
Ci sono due cose che io non mi spiego del comportamento della Salani con Pratchett.
Primo, le copertine. Gli economici e da qualche tempo pure le prime edizioni, sono tristi. Truci, grigie, scure, secche, patibolari. Sfondo nero, una figura striminziata e scolorita. Eh. Bello. Peccato che si tratti di fantasy parodistico, quel genere che ti fa saltare l'elastico delle mutande dal ridere. Un po' filosofeggiante, a volte, ma sempre con classe comica. Ma con quelle copertine pare il libro dei salmi.
E poi l'ordine delle pubblicazioni. Io ho cercato di figurarmi come decidano i vertici della Salani quali e quanti libri di Pratchett pubblicare. E davvero, non ne vengo a capo.

''Madama Salani, i lettori scalpitano, chiedono nuovi Pratchett.''
''Uff. Va bene, lancia loro un libro tra i mille che ancora non abbiamo neanche degnato di un'occhiata.''
''Quale, Madama?''
''A tua discrezione, sottoposto''
''A caso?''
''A caso.''

Che poi Pratchett è famoso soprattutto per le sue infinite serie. C'è la meravigliosa Trilogia della Guardia (che in realtà conterebbe sette volumi), l'ineffabile Trilogia di Tiffany (quattro volumi) e il ciclo di Morte (non vi dico nulla) e quello delle Streghe... il problema è che la serializzazione non è indicata. Da nessuna parte. Ho finito poco fa di leggere All'anima della musica! (risalente al lontano '94), terzo libro del ciclo di Morte e... e beh, da nessuna parte è scritto 'terzo libro del ciclo di Morte'. Ma domineddio, non puoi leggerlo separatamente da tutto il resto e capirci qualcosa! Perché, santoddio, perché? Che ti costa scrivercelo sopra, Madama Salani? Che senso ha confondere i lettori e rovinare loro una serie?
Altra puntigliosa quanto necessaria critica, la traduzione. La traduzione di All'anima della musica! è un casino. Credo di non essermi mai espressa in modo così duro nei confronti di una traduzione, ma qui mi sono veramente girate. C'è un personaggio che ride ripetendo 'Hat, hat, hat'. Bene, va così per tutto il libro. Tranne un capitolo in cui comincia a ripetere ossessivamente 'Cappello, cappello, cappello'. Vi pare poco? Volendo c'è anche un personaggio che porta il nome di Raschio che a un certo punto torna a essere 'Scrub', come in originale. E una sequela infinita di battute trasposte malissimo e di parti che io davvero non sono neanche riuscita a capire. Una confusione che non vi dico. C'è un solo refuso e zero errori grammaticali, ma cavolo, questo è peggio.
(Aggiunta serale: non sapendo di chi possa essere la responsabilità per gli errori nella traduzione ho preferito tacere il nome della traduttrice. Tuttavia sia su Facebook che nei commenti qui sotto mi viene assicurata la sua competenza e mi viene pure detto che è la stessa traduttrice di sempre. Effettivamente posso dire che di solito fa un gran bel lavoro, il che starebbe a indicare che il 'colpevole' possa essere un revisore o comunque qualcuno di interno alla casa editrice. Non è la prima volta che leggo di casi simili.)
Io adoro Terry Pratchett. Qualsiasi casa editrice dovrebbe esserne fiera, considerarlo un autore di punta, valorizzarlo, pubblicizzarlo, urlare al mondo con estremo orgoglio di poterlo vantare nel proprio catalogo. Perché me lo si deve centellinare così? Perché me lo si deve umiliare in questo modo?
Sono cose che non riesco a comprendere e, temo, motivate da cecità editoriale.
J'accuse, Salani. J'accuse.
Si scrive così? Oh beh, comunque ci siamo capiti.