Brevissimo, inconcludente e, ammettiamolo, inutile resoconto della Fiera del Libro Usato


E alla fine, ieri sono andata alla Fiera del Libro Usato di Milano. Avevo paventato di non riuscire ad andare a causa della neve che, sapete com'è, laddove in Siberia o in Lapponia i treni corrono come scivolassero su un magico arcobaleno, qui bastano due fiocchi e s'inceppa la ferrovia. L'anno scorso sono rimasta bloccata in stazione per una giornata intera, dalle 13 alle 20 passate... e onestamente non è che mi sentissi molto di ripetere quest'entusiasmante esperienza.
Ma la neve è stata signorile e clemente – d'altronde gliel'avevo chiesto per favore, di calmarsi un po' – e ha deciso di posticipare la bufera, quindi, anche se con un po' di ritardo – dovuto al sonno più che al meteo – mi sono fiondata a prendere il treno per raggiungere la suddetta fiera.
Che dire?
Mi spiace di non essere riuscita a incontrare Francesca di Lost in Good Books – ci eravamo sentite tramite fb, in teoria mi sarei dovuta attaccare addosso un cartello con scritto 'Leggivendola' in modo da farmi riconoscere facilmente, ma una volta giunta in loco mi sono trovata circondata da gente 'normale' e ho temuto che sarebbe stata un po' una burinata. Sigh. Dannati sprazzi di dignità - e Pennylane, ma per il resto è stata una giornatona, passata a vagheggiare con gli occhi spiritati tra mille bancarelle profumate con SalomonXeno e Camilla. Tra l'altro debbo ammettere che ho fangirlato Camilla in modo molto dignità-free, ma soprassediamo. Quello che accade alla Fiera del Libro Usato, rimane alla Fiera del Libro Usato. Inclusa la figura da intellettuale fallita di quando ho confuso alfabeto greco e cirillico.
Però, delusione massima, mancavano proprio i libri che cercavo, ovvero quelle edizioni vecchie, rigide e col titolo in caratteri dorati dei classici. Visto che alla libreria dell'usato dalle mie parti sono solita portarmene via a caterve per 2 euro la copia, speravo avrebbero riempito pareti intere. E invece niente. Sigh. Non che sia venuta via a mani vuote, ma considerando che inizialmente intendevo partire con una valigia tutta da riempire – no, non sto scherzando – ammetto che il bottino non si avvicina neanche lontanamente a quanto avevo sperato. Per me ho preso appena due libri, Il villaggio di Stepancikovo di Dostoevskij – in un'edizione meravigliosa – e Un matrimonio inglese di Frances Hodgson Burnett, che invero mi incuriosiva soprattutto per la casa editrice, Astoria, di cui ho tanto sentito parlare ma che ancora non ho 'provato'.
Che altro? In treno ho finito di leggere Agnes Browne mamma di Brendan O'Carroll – carinissimo – e stamattina ho finalmente iniziato Il prigioniero del cielo di Zafòn.
Ed ora! Una rapida doccia e poi via in biblioteca. Che ieri non ci sono stata, poi finisce che si preoccupano.