This is Halloween! #1 - Wither - J. G. Passarella


Da piccola adoravo Halloween, forse anche più del Natale. Adoravo travestirmi da strega o da vampiro e sentirmi parte dell'orrore. L'unica notte dell'anno in cui non ti senti minacciata dai fantasmi, perché ti senti tutt'uno con loro... almeno, così dicevano in un saggio che ho letto diversi anni fa. Adoravo così tanto Halloween che lo incorporavo nel mio compleanno – ieri – ed era fantastico trovarsi davanti delle torte tematiche fatte dagli amici: a forma di Jack Skeleton, a forma di bara, di lapide. Con bigliettini d'auguri inquietanti in cui la mia testa veniva impalata o prendeva il posto del volto di una strega in un disegno un po' malfatto.
In seguito, Halloween ha perso per me un po' di spessore. E perché? Perché c'è sempre il Lucca Comics di mezzo. Perfino il mio compleanno perde spessore, in confronto al Lucca Comics. Credo che sia un po' come compiere gli anni vicino a Natale, almeno se si è circondati da una manica di disadattati come me. Non che io non faccia parte dei disadattati, sia ben chiaro, non volete neanche sapere come mi concerò quest'anno. Non lo scriverò qui né da nessuna parte sull'Internet e, credetemi, è meglio così.
Ad ogni modo, un tempo oltre ad andare pazza per Halloween, adoravo leggere horror. Non erano proprio horror 'seri', erano soprattutto per ragazzi, però qualche brivido lo davano. Non so bene quando e perché io abbia smesso di leggerli. Forse perché Stephen King non mi faceva dormire, forse un rigetto dopo che un'amica mi ha fatto vedere con l'inganno un fracco di film horror (''Ma no, dai, questo non fa paura, ti assicuro, è tutta una roba psicologica''. The Ring. C'avrò fatto un mese, senza dormire...) o chissà che altro. Comunque sia, leggendo il libro che vi vado a presentare, più volte me lo sono domanda, perché cavolo avessi smesso.

Wither – L'Oscura Congrega di J. G Passarella tradotto (…) da Tiziana Lo Porto.

Vincitore del Bram Stoker Award, primo volume di una trilogia, pubblicato dalla casa editrice Gargoyle nel 2005. Lo definirei, prima di ogni altra considerazione, un horror classico. Di quelli che non ha importanza dove tu li legga, sarai sempre nell'angolo più buio di una stanza immersa nell'ombra, con la tremolante luce di una candela ad illuminarti le pagine. Quella sensazione lì, no? Che ti fa piegare in avanti, le spalle un po' incassate e le labbra strette. Ecco, quel genere di horror. E l'atmosfera parte da subito, senza cincischiare. Avevo dimenticato quella sensazione.
La trama non è particolarmente complessa: le autorità della cittadina di Windale hanno deciso già da diverso tempo di attirare turisti facendo leva sulla fama di 'città stregata', un po' come la vicina Salem. Cambiano i nomi delle strade, nasce il Museo della Stregoneria e ogni anno viene organizzata una spettacolare parata per Halloween. Fin qui tutto bene. Ma tre ragazze – o meglio, una ragazza, una donna e una bambina – cominciano ad avere strani incubi che vedono protagoniste le tre streghe della leggenda.
Wendy, la protagonista, frequenta l'università della zona – di cui il padre è preside – ed è una convintissima strega (più o meno) new-age. Erbe, meditazione, pietre e simili. Ovviamente è un po' la solitaria sfigatella della città, fatta eccezione per la sua unica amica Frankie, finché non arriva in città un giovane virgulto di nome Alex.
Poi c'è Karen Glazer, professoressa di letterature comparate all'università di Windale, incinta.
E la piccola Abby MacNeil, otto anni.
Tre generazioni vittime dei loro incubi.
Inutile stare a spiegare oltre come si dipana questa trama. Sangue, misteri, corpi sfracellati, incantesimi e qualche sprazzo di vita sociale qua e là. Considerando che è un horror (e per come la vedo io, negli horror 'classici' trama>personaggi), i personaggi sono ben caratterizzati e reagiscono bene agli avvenimenti, compatibilmente coi propri caratteri. Certo, non ci si aspetti un'introspezione psicologica di alto livello, però non mi sono mai trovata a sbuffare irritata da un qualche comportamento stereotipato e inverosimile. Avrei forse evitato la descrizione troppo dettagliata di alcune erbe e del loro utilizzo, che in certi punti mi ha anche fatto saltare delle righe. Onestamente preferirei che certe pratiche rimanessero ammantate da un po' di mistero, piuttosto che vedermele sminuzzate davanti.
Ma ora andiamo alla nota dolente, che è davvero dolente. Dubito che ve ne siate resi conto, ma negli ultimi tempi avevo tentato di smorzare un po' i toni, per quanto riguarda le traduzioni, soffocando la mia pedantissima pignoleria. Ma questa volta non posso non dire nulla, si è andati troppo oltre. La traduzione è così scarsa che scala la mia personale classifica delle peggio-traduzioni. Tralasciando i congiuntivi mancati, che ormai sono abituata e neanche mi strappano più un sospiro, 'sensitive' non me lo puoi tradurre con 'sensitiva', 'now and then' non vuole affatto dire 'ora e prima' e nessuno 'trotterella' durante uno scontro sanguinoso e adrenalinico. No. No e no. Errori grossolani, che non avrei perdonato neanche in una traduzione dilettantistica. C'erano intere frasi di cui non riuscivo a cogliere il senso neanche trasponendole in lingua originale e vi assicuro che gli errori, che si trattasse di tempi verbali o di pessime scelte lessicali, erano davvero frequenti, talvolta anche più per pagina. Una bellissima ed entusiasmante lettura, in parte rovinata dalla traduzione scadente.
… prima o poi qualcuno mi farà causa, lo so.
Ad ogni modo, lettura consigliatissima agli amanti del genere. E con questo, si conclude la prima recensione di Halloween! Orsù, a me un horror!