Quel che resta di un tirocinio e qualche vago 'perché no?'


Ebbene, oggi ho ripreso tra le mani l'agenda in cui ero solita prendere appunti, durante il tirocinio in biblioteca. Per la prima volta ho riletto quei pochi questionari che ero riuscita a far compilare. Davvero pochi. Per chi non ha presente ciò di cui sto favellando, tempo fa ho fatto circa due mesi di stage in una biblioteca della zona, durante il quale avevo pensato di condurre un piccolo studio sui meccanismi di scelta del libro per i lettori più giovani. Peccato che in questa particolare biblioteca di bambini non se ne vedevano quasi mai e alla fine mi sono dovuta arrendere e abbandonare il progettino. Però qualche questionario mi è rimasto e solo adesso, a mesi di distanza, mi sono messa a rileggerli.
Uno mi preoccupa e mi irrita. Tempo fa avevo dedicato questo post a Geronimo Stilton e alla sua serie per disadattati. Ecco, una ragazza di 14 anni – ripeto, QUATTORDICI ANNI – aveva preso un libro di GS. Per sé. Un libro che io non consiglierei mai sopra i 7 anni. Ma è possibile? Considerando che conclude la risposta con dei cuoricini...
Una ragazza di 17 anni prende 'Il fu Mattia Pascal' e 'Uno, nessuno, centomila' non per la scuola – come, tristemente, buona parte dei giovini lettori che varcavano la soglia della biblioteca – ma per 'approfondimento studio personale'. Pura cultura. Beata te, giovane, io Pirandello non riesco a prenderlo in mano senza che mi venga l'orticaria. L'ho studiato troppo alle superiori per potermelo godere sinceramente con occhi di lettrice. Che peccato.
Una bimba di dieci anni segue invece il consiglio della maestra – Santa subito! - e prende 'Pasta di drago' di Silvana Gandolfi.
Che altro? È pieno di 'per la scuola' o 'Perché mi piace' e i GS presi in prestito da bambini di 9-12 anni mi fanno letteralmente rabbrividire. Rimpiango di non aver proposto, ai tempi, una revisione della disposizione della sala ragazzi. Per età, ad esempio. Ma a ripensarci, mi viene da rispondermi che se non l'ho fatto, probabilmente c'era un motivo.
Dunque, adesso preparerò una mini-scaletta di domande per il libraio che intendo intervistare. Così, tanto per non ritrovarmi senza nulla da dire. A pensarci bene, mi piacerebbe fare delle interviste agli addetti, ogni tanto. Case editrici, editor, distributori, traduttori... perché no?
Frattanto, ho letto La signora Dalloway della cara Virginia Woolf. Che dire? Mi è piaciuto, certo. Però non riesco a descriverlo, la recensione mi è preclusa, forse dal manto di estremo rispetto che circonda l'opera, oppure dall'inafferrabilità dello stile di Virginia. Intanto stamattina mi sono gettata su 'Marina' di Carlos Ruiz Zafòn e, nonostante la traduzione un po' così, devo dire che mi sta prendendo.
A presto :)