Le 5 cose che non sopporto quando leggo un libro.

Buongiorno a tutti!
Questa sarà un'ottima giornata, per due ragioni.
  1. Da stamattina ho cominciato a mettermi la sveglia per evitare di alzarmi sempre troppo tardi e perdere così mezza giornata a brancolare per casa in pigiama e poco dopo le 8.30 ero già in piedi con la mia bella tazza di caffelatte in mano.
  2. L'aria è umida, il cielo è bianco e lattiginoso, si respira odore di pioggia e il tempo pare essersi addormentato. E questo è il mio clima ideale.
Quindi, sorrido.
Il tema di oggi è... beh, è stato rubato nottetempo da Bookshelf – La Libreria di Nicky – previo consenso della stessa (gentilissima xD) in quanto l'ho trovato davvero carino. Ella stessa ha riadattato il tema che aveva incontrato nel video di una Youtuber che qui linko, visto che dopotutto è partito da lei e mi sembra doveroso citarla.
Quali sono le cinque cose che proprio non si riescono a sopportare in un libro? Quelle pecche che fanno rabbrividire e insultare, mentalmente o meno, scrittore o casa editrice o chiunque l'abbia sventuratamente messo al mondo?
Ecco, io vado a elencare i miei. Voi, se vi va, fate lo stesso :)
  1. La non plausibilità di un salvataggio. È una cosa che ripeto spesso: se non vuoi che quel personaggio muoia, non metterlo in una situazione dalla quale non può uscire in modo credibile. Non farlo, perché io smetto di crederti, la fiducia lettore-scrittore s'interrompe e io comincio a irriderti. Mi irrita molto, mi fa sentire presa in giro come lettrice. Cioè, per chi mi hai presa? Pensi che una scappatoia così fragile possa convincermi? Davvero, mi rovina un libro senza appello.
  2. Una traduzione scadente. E qui effettivamente la colpa non è dello scrittore, quando dell'editor, del traduttore e, diciamo, di chiunque faccia parte del processo di adattamento dell'opera. Soprattutto, mi fanno scoppiare a ridere quando i giochi di parole o i modi di dire vengono tradotti letteralmente. Tipo il 'Abbiamo una situazione' di Dexter, che considero emblematico.
  3. Personaggi macchietta, senza spessore, usati solo per far procedere la trama. Io li odio. Ogni personaggio, per quanto marginale, dovrebbe avere una sua dignità, un proprio scopo, un perché che non sia solo quello della storia. Un personaggio dovrebbe aggiungere qualcosa alla trama, non essere usato come un mero rattoppo per un buco che non si sapeva come riempire. Io esigo caratterizzazioni almeno decenti, che siano comprensibili e in linea con il percorso del personaggio stesso. Sennò, se non hai voglia di lavorare ai tuoi personaggi, ti sceglievi un altro lavoro.
  4. Le ripetizioni ossessive non necessarie. Mi parli di qualcosa. Mi chiarisci il concetto. Ti assicuri che io abbia tutti gli elementi per capire quella cosa e per tenerla a mente. Ora basta. Piantala di ripetermela, mi hai presa per demente? O vuoi solo allungare la zuppa perché altrimenti il volume viene troppo corto? Non so, o aggiungi nuovi elementi o te ne stai zitto, non puoi continuare a ripetere qualcosa per farmela capire e il fatto che tu lo stia facendo significa che non sei un bravo scrittore. Se tu vuoi che io capisca qualcosa, tanto per cominciare non me la devi spiattellare davanti, ma farmela subodorare. Devi fare succedere qualcosa, puntare l'attenzione sulla reazione che questa cosa provoca, fare succedere qualcos'altro... altrimenti è come se stessimo giocando a nascondino e tu mi urlassi ossessivamente i nascondigli di tutti i giocatori. Non è così che si fa, stai solo rovinando il gioco a tutti. Stai zitto e lasciameli cercare.
  5. La scopiazzatura. Il plagio. La ruberia. E qui so che qualcuno smetterà di seguire questo blog, perché la serie che ho in mente e che secondo me non è altro che una ladrata malfatta è una serie di successo più che discreto, della quale leggo recensioni entusiastiche per l'Internet e della quale ho letto solo i primi due volumi. Mi riferisco al Ciclo di Sookie Stackhouse di Charlain Harris. Ora, io non critico mai senza dare spiegazioni, quindi mi appresto a chiarirmi immediatamente. Vi ricordate la Sookie del primo volume? Alta. Bionda. Timida. Gentile. Un po' tonta, imbranata. Esattamente il contrario di Anita Blake, che è bassa, bruna e stronza. Quindi, già dal primo volume – che ho trovato una lettura simpatica, non proprio un granché, ma visto che me lo prestavano... - avevo già intuito che la Harris stava tentando di distinguere la sua eroina circondata dai vampiri da quella della Hamilton, rendendola il suo opposto sotto ogni punto di vista, sia per l'aspetto che per il carattere. E io, diciamo, ho apprezzato la cosa. Anche perché, nonostante non mi fosse piaciuto molto il primo volume, ho pensato che sarebbe migliorato col tempo e che, dopotutto, un paio d'intuizioni non erano male.
    Poi, secondo volume. E il carattere di Sookie, senza alcun avvenimento a spiegarlo o almeno a legittimarlo, si trasforma radicalmente. Diventa volgare, sboccata, sicura di sé, battute spaccone e quant'altro. Chi vi ricorda? Se non avete letto la saga di Anita, ve lo dico io. È Anita. Quindi, per quanto mi riguarda, la serie di Sookie Stackhouse è una ricalcatura malriuscita della saga di Laurell K. Hamilton. E questo mi disgusta.
    (Mi dicono che la serie televisiva è millemila volte meglio, ma io non la riesco a guardare da quanto mi irrita.)
Quindi, ho finito la mia lista e sto qui, in attesa della vostra. Spero di non aver offeso nessuno con l'ultimo punto, ma specifico che le mie opinioni sono... beh, le mie opinioni. Non pretendo di avere in tasca la verità assoluta su nulla, perciò... beh, buona giornata a voi :)
E già che ci sono posto una canzone di uno dei miei gruppi preferiti, i Musica per Bambini, i cui live mi mancano ormai come l'aria.